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1970 - 1975

Casa del mutilato

Protesi e riabilitazione per i partigiani mozambicani

Uno dei guerriglieri mozambicani lavora presso l'officina ortopedica all'interno della casa del mutilato, inverno 1971 - primavera 1972. Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Archivio Giuseppe Soncini - Bruna Ganapini  

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ll movimento indipendentista anticolonialista (FRELIMO) si trovò ad affrontare la forza militare portoghese: bombe dal cielo ma anche mine anti-persona che mutilarono per sempre tanti civili e combattenti. Dalla Casa del Mutilato partirono in soccorso dei feriti farmaci, protesi e personale sanitario per formare personale in loco.   

Applicazione protesi e riabilitazione per due dei guerriglieri mozambicani ospiti di Reggio, dicembre 1971.
Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Archivio Giuseppe Soncini - Bruna Ganapini 

Tassello significativo dell’amicizia Reggio-Africa è la Casa del Mutilato, in via Filippo Ferrari.
Fondata negli anni Venti per aiutare reduci e invalidi della Prima Guerra Mondiale, a partire dagli anni Settanta questo luogo si occupò dello studio, della progettazione e della costruzione di protesi e materiale ortopedico da mandare nelle zone del Mozambico dove il movimento di liberazione controllava il territorio.

Il comitato per gli aiuti sanitari al popolo del Mozambico commissiona alla casa del mutilato alcune protesi, novembre 1971; il comitato per gli aiuti sanitari ringrazia la casa del mutilato per le protesi realizzate, aprile 1972.
Archivio Reggio - Africa 

protesi e scarpini in partenza

Protesi e scarpini in partenza per il Mozambico, aprile 1972. Archivio Reggio - Africa 


La prima spedizione di protesi, a carico del Comitato reggiano, partì il 23 novembre 1970. Precedentemente erano già stati mandati materiali ortopedici come coltelli da calzolaio, talchi, forbici per il gesso, pinze, garze, bende elastiche e stampelle.
Nei disegni preparatori delle protesi venivano sempre indicate le cause dell’amputazione e delle ferite. Una descrizione che era anche testimonianza dei metodi e dell’efferatezza degli scontri: mine antipersona, armi da fuoco e bombe provenienti dagli aerei ne sono alcuni esempi.

Il tecnico della casa del mutilato, Dante Montorsi, presso il centro sanitario del Frelimo, allestito a Mtwara (Tanzania meridionale), agosto-settembre 1972. Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Archivio Giuseppe Soncini - Bruna Ganapini 

Questo luogo non si limitò solo a un compito di produzione. Dall'ottobre del 1971 divenne anche centro di formazione ospitando sette partigiani mozambicani che acquisirono le competenze necessarie per il soccorso delle vittime, la costruzione e l’applicazione delle protesi. Con la spedizione del 18 aprile 1972 si imbarcò anche il dottore Montorsi che andò personalmente in Tanzania per applicare le ventiquattro protesi. Accanto alle protesi, la macchina organizzativa della Casa raccoglieva, insieme all’ospedale di Santa Maria Nuova, plantari, scarpe correttive, medicinali, letti ospedalieri, panni, stecche. Le spedizioni sanitarie a favore del Mozambico, dal 1970 al 1975, furono oltre una quindicina. Nelle ultime vennero inviati anche libri, vestiti, cibo in scatola, vitamine e antibiotici.

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