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1973 - 1975

Scuola dell'infanzia parrocchiale di Mancasale

Samito Machel e la sua vita reggiana 

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Le grandi rivolte sono fatte anche di piccole storie di amicizia e di solidarietà. La Scuola dell’infanzia di Mancasale è protagonista di una di queste.

IL PRESIDENTE DEL MOZAMBICO SAMORA MOISES MACHEL INCONTRA LA CITTADINANZA AL TEATRO MUNICIPALE, OTTOBRE 1981. BIBLIOTECA PANIZZI DI REGGIO EMILIA, ARCHIVIO GIUSEPPE SONCINI - BRUNA GANAPINI

Il leader del Frelimo Samora Moises Machel e i suoi compagni nella lotta anticoloniale iniziata nel 1965, erano dipinti dal Portogallo come terroristi attraverso un'aggressiva campagna stampa. Inoltre i sicari portoghesi avevano ucciso, il 3 febbraio 1969, Eduardo Mondlane, fondatore del movimento mozambicano. Era ormai chiaro che tutti i responsabili del Frelimo fossero a rischio, così come le loro famiglie. Nel frattempo il supporto solidale offerto ai mozambicani dal comitato reggiano aveva accresciuto la fiducia di Machel in Soncini e nel gruppo di lavoro. Così il leader della liberazione dal colonialismo chiese a una coppia di reggiani, già attivi nella solidarietà internazionale, di occuparsi di suo figlio Samora jr, detto Samito, già orfano di mamma Josina, figura tuttora amatissima in Mozambico.

Josina fotografata nelle zone liberate
www.mozambiquehistory.net  

Olga Riccò e Remo Fornaciari accolsero quindi nella loro casa Samito nel 1973 mettendolo al sicuro e permettendogli di vivere un’infanzia piena e felice.

Samito Machel in sala del Tricolore con il sindaco Renzo Bonazzi. Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Archivio Giuseppe Soncini - Bruna Ganapini

Bruna Ganapini con Samito Machel nel 2014. Archivio Reggio - Africa.  

Aspetto fondamentale di questa routine fu la scuola dell’infanzia in cui lavorava la sua tutrice Olga e che egli frequentò regolarmente. Dai ricordi dei protagonisti, si rileva che quei bimbi reggiani non avessero mai visto da vicino un coetaneo di colore, che peraltro parlava una lingua ignota. Eppure, dopo le prime perplessità, essi accolsero con entusiasmo il loro nuovo compagno, il quale, nonostante i ruoli di responsabilità ricoperti nel suo Paese, è rimasto legato alla città e soprattutto alle insegnanti. Olga rammenta che, quando rividero Samito nei giorni delle celebrazioni per l'indipendenza del Mozambico (giugno 1975), il piccolo presentò lei e suo marito al padre come parte della famiglia.

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