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Correggio - Casa del Popolo

I primi assassinii dai fascisti in provincia

Palazzo Contarelli a Correggio, sede della Casa del Popolo e luogo dell’omicidio di Zaccarelli e Gasparini Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Gaetano Scaltriti, Reggio Emilia, 1912 

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Il 31 dicembre 1920 una squadra fascista proveniente da Carpi irrompe in paese durante i preparativi per il “Veglionissimo Rosso”, ferisce gravemente Torindo Ragazzi e uccide i socialisti Mario Gasparini e Agostino Zaccarelli. 

Palazzo Contarelli a Correggio, sede della Casa del Popolo e luogo dell’omicidio di Zaccarelli e Gasparini. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Gaetano Scaltriti, Reggio Emilia, 1912 

Palazzo Contarelli. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA, 2022 

L’episodio rappresenta il primo omicidio fascista nella provincia di Reggio Emilia e segna l’inizio dell’aggressione squadrista nel reggiano. La vicenda si inserisce nella repressione delle lotte bracciantili locali, finanziata dagli agrari locali che si servono dei fascisti carpigiani come loro braccio armato. Il fascio di Carpi, riconosciuto poi a livello nazionale come uno dei più violenti della pianura padana, rappresenta uno dei nuclei squadristi primigeni della zona. La loro violenza finanziata e prezzolata dagli agrari comincia ad irradiare tutti i paesi della campagna circostante. Il 31 dicembre 1920 i socialisti correggesi organizzano il “Veglionissimo Rosso” al Teatro Asioli, una serata danzante per festeggiare il Capodanno con fini solidali.

Manifesto del Veglione Rosso. Tratto da: Antonio Rangoni, Correggio 1900/1960. Storia dei Movimenti popolari. Volume 2. La disgregazione dello Stato liberale, Correggio, Franchini e Grillenzoni editori, 2003, p. 9  

Teatro Asioli. Fototeca biblioteca panizzi, foto Roberto Sevardi, Reggio Emilia, 1915-1925

L’iniziativa vuole anche celebrare la vittoria ottenuta alle elezioni amministrative del novembre, che per la prima volta porta i socialisti alla guida del comune. Un evento, nell’elegante teatro municipale del paese, con un profondo senso emancipativo per le folle di mezzadri e bracciantili della zona. Quel pomeriggio di venerdì 31 dicembre 1920 il centro di Correggio è affollato, fervono i preparativi per il veglione, c’è un vero e proprio via vai tra la Casa del Popolo di Corso Vittorio Emanuele (oggi Giuseppe Mazzini) e il Teatro Asioli poco distante. Alle 16 e 30 un camion, proveniente da Carpi, parcheggia nei pressi di Villa Benzi. Quindici persone, tutte appartenenti al Fascio di combattimento di Modena e Carpi, si incamminano verso il centro cittadino. I fascisti si recano in Corso Vittorio Emanuele e cominciano un volantinaggio:

Correggesi!

in attesa che si formi una sezione del fascio di combattimento anche a Correggio ci dichiariamo pronti fin da ora ad intervenire ogni qualvolta il teppismo bolscevico tentasse violenza o sopraffazione di qualsiasi sorta [...] auguriamo buon divertimento ai bolscevichi che parteciperanno al...Veglionissimo Rosso. Firmato: i fascisti!

Agostino Zaccarelli. Fototeca biblioteca Panizzi, Reggio Emilia, 1921 

Mario Gasparini. Foto tratta da: “Circolo Giovanile Comunista di Correggio, I migliori di noi. Cenni storici sul movimento operaio e giovanile correggese”, Bologna, 1956  

L’arrivo degli squadristi provoca proteste e malcontento. Lo stesso segretario della Camera del Lavoro di Correggio, Pietro Zanazzi, insieme all’assessore Zavaroni, tenta di mediare chiedendo ai fascisti di andarsene. Dalle parole però gli squadristi passano velocemente all’azione facendo esplodere in aria i primi colpi d’arma da fuoco. In breve i fascisti cominciano a sparare ad altezza uomo e nel fuggi fuggi generale Torindo Ragazzi cade a terra ferito. Proprio in quel frangente Zaccarelli e Gasparini, disarmati, si rifugiano nella Casa del Popolo, al piano terra, nei locali della Cooperativa di Consumo. Inseguiti dagli squadristi i due vengono assassinati sul posto, Gasparini in un sottoscala e Zaccarelli davanti all’uscita sul retro, unica via di fuga. L’intento di colpire al cuore il socialismo correggese, attraverso un piano studiato a tavolino si evince anche dal profilo delle vittime. Gasparini e Zaccarelli erano due militanti molto conosciuti nella zona, il primo sindacalista affermato, era il capolega della Lega Muratori di Fazzano, il secondo era un dirigente della Federazione della Gioventù Socialista correggese. 

Il processo celebrato il 25 novembre 1921 vede imputati sia aggressori e aggrediti con le accuse di uccisione, ferimento e rissa. Il procedimento penale si risolve con pene lievi, dai 2 ai 6 mesi di carcere, a carico sia dei socialisti che dei fascisti. Per la maggior parte degli imputati le pene vengono condonate. Diversi fascisti vengono assolti per non aver commesso il fatto o per insufficienza di prove e l’episodio viene derubricato come una rissa tra due parti politiche opposte. In realtà dal processo emergono chiaramente anche le responsabilità dei potenti agrari nel finanziare il fascio di combattimento. I ricchi possidenti considerano il proprio appoggio agli squadristi una risposta concreta alla vittoria elettorale socialista, vista come una vera e propria minaccia ai loro profitti e interessi economici.

“Il Giornale di Reggio”, 4 gennaio 1921. Emeroteca Istoreco

“La Giustizia”, 2 gennaio 1921. Emeroteca Biblioteca Panizzi

targa zaccarelli gasparini correggio 2022

Targa commemorativa di Agostino Zaccarelli e Mario Gasparini posta sulla facciata di Palazzo Contarelli a Correggio. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia, 2021 


L’eccidio di Correggio ha un grande eco sulla stampa, sia locale che nazionale, e provoca una ondata di sdegno, in particolare nel campo socialista. I funerali vengono celebrati il 4 gennaio 1921 alla presenza di migliaia di persone, centinaia di bandiere e un discorso di Anceschi, segretario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia. Il corteo dall’Ospedale raggiunge il municipio dove Giovanni Zibordi, leader del socialismo reggiano, tiene l’orazione funebre davanti alla grande folla. Le due vittime sono sepolte al cimitero urbano di Correggio. 

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