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Cavriago - Piazza Umberto I

Un Primo Maggio di sangue

Comizio di Cesare Arduini Archivio fotografico del comune di Cavriago, 1909 

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Il 1° maggio 1921 in piazza Umberto I a Cavriago, oggi piazza Angelo Zanti, mentre i cittadini festeggiano la Festa dei Lavoratori, Primo Francescotti e Stefano Andrea Barilli vengono assassinati da una squadra fascista. 

Comizio di Cesare Arduini. Archivio fotografico del comune di Cavriago, 1909 

Piazza Angelo Zanti a Cavriago. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA, 2022  

discorso cesare arduini 1909

Discorso di Cesare Arduini per la presentazione del bilancio comunale. Archivio fotografico del comune di Cavriago, 1909 


I membri del Fascio di combattimento di Reggio Emilia già da mesi seminavano terrore e panico attraverso minacce, bastonature e spedizioni punitive nei confronti dei militanti dei partiti e movimenti politici avversari. Il 1° maggio 1921 si svolge in un clima di paura e violenza politica diffusa. Il PSI chiede ai lavoratori, vista la situazione, prudenza e raccoglimento. Nonostante la più importante giornata di lotta del movimento operaio sia di domenica, per non dare adito a provocazioni fasciste, invita i cittadini a festeggiare il Primo Maggio nelle proprie case. A Cavriago però, sin dal mattino, è aria di festa: la banda del paese suona per le strade e dalle finestre della piazza, della Casa del Popolo e dalla torretta della Cooperativa di consumo sventolano le bandiere rosse. La Giunta comunale, guidata dal sindaco Domenico Cavecchi, detto il “piccolo Lenin”, distribuisce nastrini rossi, mentre il comizio di un oratore comunista è previsto nel pomeriggio. Nella tarda mattinata alcune persone, appartenenti al gruppo nazionalista locale, capitanti da Romeo Pioli, si radunano intorno al sagrato di San Nicolò. Dopo una breve riunione decidono di informare il Fascio di Reggio Emilia su ciò che accade a Cavriago. 

Alle ore 15.45 tre automobili, provenienti dal capoluogo, irrompono in piazza da via del Cristo posteggiando proprio di fronte alla stazione dei Carabinieri Reali. Dalle auto escono una decina di persone che, armate di revolver e bastoni, sparano in aria, urlano di esporre i tricolori, cominciano ad aggredire alcune persone e invitano pubblicamente il sindaco Domenico Cavecchi a farsi avanti. La folla, raccolta in piazza e sul sagrato di San Terenziano, comincia immediatamente a rincasare mentre i carabinieri rimangono in lontananza a osservare. La squadra fascista si avvia lungo la piazza e poi verso la vicina Cooperativa di Consumo dove sosta un gruppo che risponde alle loro provocazioni.  

Cooperativa di Consumo. Archivio fotografico del comune di Cavriago, 1906 

Primo Francescotti. Archivio fotografico del Comune di Cavriago 

Stefano Barilli. Archivio fotografico del Comune di Cavriago 

Dopo una breve colluttazione partono diversi colpi di arma da fuoco. L’anarchico Primo Francescotti e Andrea Stefano Barilli cadono a terra, feriti mortalmente, il primo sulla discesa che dalla piazza porta alla Cooperativa, il secondo in piazza. Pellegrino Mazzali, compagno di Francescotti, ferito lievemente scappa per salvarsi la vita all’interno della Farmacia Dossetti. I fascisti proseguono per la via del paese, accanendosi contro bandiere e simboli sino alla chiesa di San Nicolò.  Francescotti e Barilli vengono soccorsi da un’ambulanza mentre la piazza viene occupata da altri squadristi provenienti dai paesi vicini. Entrambi muoiono poche ore dopo: Barilli nel tragitto verso l’Ospedale di Reggio Emilia e Francescotti in sala operatoria. A Cavriago circola immediatamente la voce dei responsabili dell’assassinio, due fascisti: Italo Fornaciari, che sparava nei pressi dal muretto della Cooperativa oltre che dal terrapieno poco distante e Luigi Guidetti, anch’egli armato di moschetto. Entrambi vengono tratti in arresto dalla forza pubblica nei giorni successivi. Tutti e due verranno poi assolti al processo, il 4 febbraio 1922, per non aver commesso il fatto. 

la giustizia cavriago 3 maggio 1921

“La Giustizia”, 3 maggio 1921. Emeroteca Biblioteca Panizzi 


L’eccidio di Cavriago trova immediatamente eco nella vicina Reggio Emilia dove avvengono alcune agitazioni spontanee il 3 maggio 1921. Durante quella giornata gli operai delle Officine Reggiane e le lavoratrici del Calzificio di viale Regina Elena lasciano il lavoro per recarsi in presidio all’Ospedale di via Dante. Al loro arrivo vengono attaccati e poi dispersi da alcuni fascisti capitanati da Milton Lari, segretario del Fascio di combattimento locale. I funerali si celebrano il giorno successivo, quando una macchina con le salme, accompagnata da una squadra di operai in bicicletta, riporta i due morti a Cavriago. Al funerale sono rappresentate tutte le organizzazioni operaie della provincia ma senza bandiere e simboli per divieto delle autorità. Le esequie, con rito cattolico per Barilli, civile per Francescotti, si svolgono senza incidenti con un discorso di Pietro Piccinini, presidente della sezione Mutilati di Guerra di Cavriago.

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