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San Martino in Rio - Piazza Belgioioso

Due omicidi politici a San Martino in Rio: Agide Barbieri e Adolfo Vezzani

Cooperativa di consumo Archivio fotografico del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale di San Martino in Rio, 1919 

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Il 7 novembre 1920 alle elezioni amministrative il partito socialista, anche a livello provinciale, confermò il suo successo in quasi tutti i comuni: trentotto sindaci su quarantacinque erano socialisti, compreso San Martino in Rio con il sindaco Onesto Catellani. Nell’aprile del 1921 venne creato il Fascio di combattimento e, come molti altri comuni nella provincia, anche San Martino iniziò a subire la violenza delle squadre fasciste.

Cooperativa di consumo. Archivio fotografico del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale di San Martino in Rio, 1919 

Corso Umberto I. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia, 2022

comizio antonio vernagnini san martino in rio 1893

Comizio di Antonio Vergnanini per la creazione della sezione socialista a San Martino in Rio sotto il Torrazzo della torre estense. Archivio fotografico del Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale di San Martino in Rio, 1893 


San Martino in Rio fu il primo comune della provincia a ottenere un Ufficio di collocamento comunale, un segno importante di emancipazione del lavoro mezzadrile gestito dalle Camere del lavoro territoriali e alla base del progetto riformista del Partito socialista.

Telegramma espresso di stato, scontri a San Martino in Rio. Archivio Istoreco, Fondo Giannino Degani, 30 marzo 1921
Provincia di Reggio Emilia, informazioni sulla situazione politica. Archivio Istoreco, Fondo Giannino Degani, 18 settembre 1921 

Le violenze politiche nel comune non si fecero attendere molto: il segretario della sezione socialista Luigi Tirelli fu più volte vittima di percosse e bastonature. Il clima ormai resosi insostenibile provocò la sera del 21 aprile 1921 le dimissioni del consiglio comunale, mentre il giorno successivo fu ufficialmente fondato il Fascio di combattimento sammartinese.

Nel comune di San Martino in Rio gli omicidi politici perpetrati dai fascisti ai danni dei loro avversari furono due. Il primo, di cui fu vittima Agide Barbieri, venne compiuto il 13 novembre 1921 nell'abitazione della vittima in via Aurelia, in pieno centro del paese. Barbieri era un socialista, già allontanato dal paese con la violenza dagli squadristi. Rientrato a casa, venne affrontato da un gruppo di camicie nere armate. L'omicidio ebbe un seguito processuale che vide imputati Enrico Lodi, Severino Ferrari, Ugo Veroncelli, Guido Cottafavi, Primo Corradi e Giovanni Battista Preti, tutti accusati di omicidio e porto d'arma. Tutti usufruirono dell'amnistia.

“Il Giornale di Reggio”, 15 novembre 1921. Emeroteca Istoreco

Il secondo delitto fece molto scalpore anche perché la vittima, Adolfo Vezzani, era stato fino a pochi mesi prima consigliere comunale e assessore all'Istruzione. Nato a San Martino in Rio l'11 ottobre 1893, di professione fornaio, era stato eletto nel consiglio comunale subito dopo la fine della guerra e ricopriva anche la carica di assessore alla pubblica istruzione. Viveva in piazza Belgioioso 2 insieme ai fratelli, a pochi passi dall'abitazione di Agide Barbieri. L'agguato mortale avvenne la sera del 25 settembre 1922, originata da una banale discussione su un biglietto del cinema che uno squadrista non voleva pagare.  Accusato dell'omicidio fu Florindo Borghi e, secondo il Pubblico Ministero, nessun “... dubbio alcuno può sussistere circa la intenzione omicida, data la natura dell'arma usata, la brevissima distanza fra ucciso e sparatore e la parte del corpo presa di mira. La causale del fatto va ricercata nell'indole prepotente del Borghi e da una specie di persecuzione che da qualche giorno il Borghi usava verso Vezzani Gildo [fratello di Adolfo]...”, così recitava l'accusa del pubblico ministero al processo del 1923 che si concluse, anche in questo caso, con l'amnistia e la liberazione dell'imputato. Adolfo Vezzani è sepolto con la moglie nel cimitero comunale di Pieve Modolena a Reggio Emilia.

“Il Giornale di Reggio”, 25 settembre 1922. Emeroteca Istoreco 

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