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Puianello di Quattro Castella - Caffè Corradini

Il brutale assassinio di Armando Taneggi

Puianello di Quattro Castella FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA, 2022 

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La mattina del 13 marzo 1922 muore all’ospedale Santa Maria di Reggio Emilia Armando Teneggi. La sera prima, il giovane segretario del circolo socialista di Puianello, è vittima di un’aggressione fascista nel centro del paese.

Puianello di Quattro Castella, entrata in paese. Cartolina viaggiata il 9 luglio 1940. Ed. D. Ronzoni, Milano 

Puianello di Quattro Castella. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA, 2022  

La Giustizia Puianello Taneggi

La Giustizia, 14 marzo 1922. Emeroteca Istoreco 


Sulla prima pagina de La Giustizia, il giornale socialista di Reggio Emilia, il 14 marzo 1922 campeggiava questo titolo: "Efferato delitto a Puianello. Il segretario del circolo socialista ucciso da un fascista". Un violento colpo di bastone sferrato da un coetaneo “in gambali neri e giacca dello stesso colore" aveva infatti spezzato la vita del venticinquenne Armando Taneggi. La sera del 12 marzo, nel centro del paese, appena usciti dal centrale Caffè Corradini (che sorgeva nell’attuale via Tonino Taddei), mentre salutava gli amici prima di rincasare, Armando fu brutalmente ferito a morte. Il giovane e intraprendente segretario svolgeva quell'incarico da tre anni con gran profitto, come dimostra la costante crescita di adesioni alla sezione, anche tra le donne, e l'inaugurazione della biblioteca popolare. Taneggi morì il mattino dopo all’ospedale Santa Maria a Reggio Emilia, dove era stato trasportato in ambulanza subito dopo l’aggressione.

Targa a ricordo di Armando Taneggi posta a Puianello nel luogo di uccisione. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA, 2022  

Alle esequie, fissate per il 15 marzo, parteciparono molti operai delle Reggiane e iscritti alla Camera del Lavoro: la Prefettura, davanti ad una mobilitazione popolare potenzialmente sediziosa, autorizzò il corteo dall'ospedale cittadino fino al cimitero di Puianello, purché non sventolassero bandiere rosse e non si intonassero canti socialisti. Così, due ali di cittadini reggiani, tra cui molti cattolici, e una silenziosa marcia di cinquemila persone accompagnò l'estremo viaggio di Armando. Nei pressi della Reggia di Rivalta al mesto seguito si unirono anche i lavoratori delle Ville e i compagni dalla zona pedecollinare, in testa i compagni della sua sezione.

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