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Palazzo Carmi

Un progetto di Pietro Marchelli

Corso Cairoli. Fototeca biblioteca Panizzi, fondo Ivano Burani. Reggio Emilia 1972

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È sede oggi dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia dove sono custodite le memorie e le storie più antiche della città. “Il maestoso e vasto palazzo fu costruito, nel 1849, nella zona del convento di S. Spirito dall’ingegnere Luigi Croppi, su disegno di Pietro Marchelli, a spese degli ebrei Giuseppe e Bonaiuto Carmi”.

Corso Cairoli. Fototeca biblioteca Panizzi, fondo Ivano Burani. Reggio Emilia 1972

Corso Cairoli. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 

Separato dalla Galleria Parmiggiani da via Lorenzo Gennari detto Fiorello (partigiano Medaglia d’oro al valor militare) "è un vasto edificio occupato in parte dalla caserma dei Carabinieri. Si trova a stretto contatto con l’antico ghetto ebraico, e infatti a due fratelli ebrei, Giuseppe e Bonaiuto Carmi di Reggio, si deve questa costruzione. Questo casamento fu eretto l’anno 1849 [...] senza alcun risparmio, e con ispesa vistosa e magnificenza, occupando varie case", così scriveva infatti Prospero Fantuzzi nella sua Guida di Reggio del 1857. I fratelli Carmi costruirono qui il loro grande edificio che non solo occupò varie case, ma anche un antico convento e una chiesa.

L’importante famiglia ebraica acquisì l’area in cui sorge l’odierno Archivio di Stato da un altro illustre rappresentante dell’ebraismo reggiano Moisè Beniamino Foà, raffinato ed esperto bibliotecario del duca di Modena e Reggio.

Il complesso di palazzo Carmi alla metà del XIX secolo. Progetto di Pietro Marchelli. Tratto da “Studio particolareggiato sull’insediamento storico”, isolato n. 139

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Casa del Fascio. Fototeca biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi. Reggio Emilia 1930 ca.


Il Palazzo ha ospitato, nel corso del tempo, una varietà di destinazioni d’uso, ciascuna portatrice di memorie stratificate e significative. Negli anni Venti del Novecento, e fino all’aprile del 1945, fu sede del Partito Nazionale Fascista e successivamente del Partito Fascista Repubblicano. Dopo la Liberazione, accolse la sede del Partito Comunista di Reggio Emilia e, in seguito, quella della Camera del Lavoro. Successivamente, vi trovarono posto diversi uffici tecnici, fino a diventare la sede definitiva dell’Archivio di Stato.

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