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Liceo classico Lazzaro Spallanzani – Palazzo San Giorgio

Le conseguenze delle Leggi Razziali

Palazzo San Giorgio, sede del Liceo “Lazzaro Spallanzani”. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi. Reggio Emilia 1918 

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Settembre 1938: le leggi razziali fasciste stravolgono vite e carriere, colpendo insegnanti e studenti ebrei in tutta Italia. A Reggio Emilia, Anita Jona, docente di scienze, viene licenziata e costretta alla fuga. Solo dopo la guerra tornerà a insegnare nella sua città.

Palazzo San Giorgio, sede del Liceo “Lazzaro Spallanzani”. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi. Reggio Emilia 1918  

Palazzo San Giorgio, oggi sede della Biblioteca Panizzi. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi. Reggio Emilia 2024  

02 popolo ditalia leggi razziali

Il Popolo d'Italia, 3 settembre 1938 


Il 5 settembre 1938 il Consiglio dei Ministri approva il “Regio Decreto Legge n. 1390 – Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”. L’articolo 1 decreta ufficialmente che “all’ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali non potranno essere ammesse persone di razza ebraica”.
A Reggio Emilia, questi “provvedimenti” colpiscono tre insegnanti ebrei: Ferruccio Pardo, preside dell’Istituto Magistrale “Principessa di Savoia”; Sandra Basilea, insegnante di lettere al Liceo “Lazzaro Spallanzani”; e Anita Jona, professoressa di scienze, anch’essa docente presso il Liceo “Lazzaro Spallanzani”. Pardo e Basilea, pur insegnando a Reggio Emilia, risiedono a Bologna e viaggiano ogni giorno come pendolari. 

Anita Jona, nata a Reggio Emilia nel 1882, è figlia di Alfredo Jona, direttore dei Musei Civici della città dal 1880 al 1920. Seguendo le passioni e gli studi del padre, si laurea nel 1912 in Scienze fisiche e naturali presso l’Università di Bologna. Dopo un periodo come assistente alla cattedra di anatomia comparata all’università, Anita intraprende la carriera di insegnante nelle scuole superiori. Lavora inizialmente come supplente in diverse città, tra cui Mantova, Viadana, Modena e Benevento, fino ad arrivare, il 1º dicembre 1935, al Liceo Ginnasio di Reggio Emilia.
Nel settembre 1938, mentre si trova a Parma come commissaria d’esame per la Maturità, il Provveditore, dopo alcune verifiche, la esonera dalle sue funzioni perché “appartenente a razza ebraica”. Nel dicembre dello stesso anno, dopo ventisei anni di insegnamento, Anita riceve la notifica della “dispensa dal servizio”, viene licenziata.

Esonero dalle funzioni di Commissaria per la Maturità Classica di Parma, 26 settembre 1938. Fascicolo personale di servizio, Archivio Liceo Classico “Ariosto-Spallanzani” di Reggio Emilia 

Non sappiamo con certezza cosa accada ad Anita Jona dopo la circolare del 3 dicembre 1943, con cui si ordina la cattura e l’arresto “di tutti gli ebrei residenti in provincia”. Anita riesce a sfuggire all’arresto, trovando rifugio non sappiamo dove né come.
La ritroviamo il 14 giugno 1945, quando viene riammessa al servizio presso lo stesso Liceo da cui era stata allontanata sette anni prima. Insegna per altri due anni al Liceo Scientifico “Lazzaro Spallanzani” prima di andare in pensione. Muore il 2 luglio 1948.

Lettera di riammissione in servizio presso il Liceo Scientifico “Spallanzani”, 22 luglio 1947. Fascicolo personale di servizio, Archivio Liceo Classico “Ariosto-Spallanzani” di Reggio Emilia 

I “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista” colpiscono, oltre ai tre insegnanti, anche tre studenti ebrei di Reggio Emilia: Lazzaro Padoa, studente universitario, Giorgio Melli, appena diplomato al Liceo Classico e Franco Tedeschi, studente del Ginnasio.

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