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1914-1919

Il Giornale di Reggio

Scopri il ruolo dei media reggiani durante la guerra

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La guerra si combatte anche a colpi di carta stampata.
In quegli anni infatti i diversi fronti capiscono l’importanza dei media per orientare l’opinione pubblica: solo a Reggio Emilia sono numerose le testate a sostegno o contro la guerra. Giornali vecchi e nuovi che battagliano e i cui titoli risultano ancora oggi particolarmente significativi.

redazione de "la giustizia": da sinistra ettore catelani, piero torelli, sullo sfondo camillo prampolini
fototeca biblioteca panizzi, stampatore stanislao farri - reggio emilia 1910

scorcio di via campo marzio
fototeca istoreco, foto andrea mainardi - reggio emilia 2018


manifesto per la diffusione della stampa socialista, società anonima cooperativa
fototeca biblioteca panizzi - reggio emilia 1916 ca.

La forte tensione politica fra pacifisti e interventisti, che porta all’entrata in guerra dell'Italia, si traduce in un aspro dibattito sulla stampa locale. I due principali contendenti sono il giornale socialista “La Giustizia” e quello liberale “Il Giornale di Reggio”.
La Giustizia”, fondata come settimanale da Camillo Prampolini il 29 gennaio 1886, aggiunge una edizione quotidiana nel 1904, diretta da Giovanni Zibordi. Il giornale è stampato prima dalla tipografia Cerlini in via Emilia Santo Stefano, poi dalla Cooperativa Tipografi di via Gazzata.

scorcio di via campo marzio, ex sede de "il giornale di reggio"
FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI - REGGIO EMILIA 2018

Il “Giornale di Reggio” nasce invece proprio a ridosso della guerra, dopo l’esaurimento delle principali esperienze giornalistiche liberali – in particolare l’”Italia Centrale” e il “Corriere di Reggio”, entrambi chiusi nel 1912 –. La redazione è in via del Seminario; poi, nel 1916, si sposta in via Campo Marzio, lato mura. Gerente è Luigi Meazzini, ma factotum è Riccardo Boiardi. 

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TESTO CANZONE "O GORIZIA"

Autore anonimo, c.a. 1916

I due giornali battagliano aspramente già da prima dell’intervento: dal 20 settembre 1914 fino allo scoppio della guerra “La Giustizia” settimanale esce con una sottotestata: “Guerra al regno della guerra, morte al regno della morte!”; il “Giornale” ha invece come titolo fisso “La nostra guerra”.

"la giustizia" del 5 novembre 1918
archivio istoreco

Interessante è anche confrontare i titoli nei principali momenti del conflitto.
All’intervento “La Giustizia” titola “La gravissima ora d’Italia”; il Giornale “Vinceremo!”.
Alla presa di Gorizia “La verità per tutti” e “Sulla via della vittoria”.
Dopo Caporetto “Animi saldi” e “La solidarietà di tutti nell’ora critica per la patria”.
Alla fine della guerra “Non facciamoci illusioni” e “le grandi giornate storiche della nuova Italia”.
Memorabili anche gli scontri a colpi di editoriali al vetriolo tra Giovanni Zibordi e Giulio Paiotti, che si chiamano rispettivamente “il rettile della penna” e “onorevole Litro”.

COOPERATIVA TIPOGRAFIA VIA GAZZATA, DISTRUZIONE DEI LOCALI OVE SI STAMPA LA GIUSTIZIA, 1921
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI

Durante il conflitto sorgono anche nuove testate che esasperano ulteriormente lo scontro. Esemplare il caso de “L’indipendente”, il settimanale nazionalista che esce dal 1 luglio 1917 fino al 22 novembre 1922. Stampato presso la tipografia Leoni e Menozzi, è diretto dallo stesso Paiotti, docente del Liceo e anima della Lega antitedesca.

Al termine della guerra e con il montante fascismo, la sede de "La Giustizia" in città venne fatto oggetto di minacce e assalti squadristi fino alla chiusura della redazione in conseguenza delle "Leggi eccezionali" del 1925, le leggi fascistissime, fondamenta dello stato autoritario.

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