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Reggio Emilia - Palazzo Busetti

Una delle prime sedi del fascio reggiano 

Gruppo di fascisti all’interno del cortile di Palazzo Busetti, una delle prime sedi del fascio di combattimento di Reggio Emilia FOTOTECA ISTORECO, REGGIO EMILIA, primi anni’20 

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A Reggio Emilia la fine del primo conflitto mondiale era stata salutata da una grandiosa manifestazione organizzata dall’amministrazione socialista. Il ritorno alla normalità aveva fatto rinascere la competizione politica, in questo clima inizia a delinearsi l’ascesa di Ottavio Corgini e del fascismo reggiano.

Uno dei cortili interni di Palazzo Busetti. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA 2022  

 Gruppo di fascisti all’interno del cortile di Palazzo Busetti, una delle prime sedi del fascio di combattimento di Reggio Emilia. FOTOTECA ISTORECO, REGGIO EMILIA primi anni’20  

Lapide che ricorda Amos Maramotti. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Vincenzo De Pietri, Reggio Emilia, 1922 ca 

L’attacco alle istituzioni democratiche riformiste inizia subito dopo la fine della guerra: il 12 novembre 1918 un gruppo di una trentina di arditi assalta la Camera del lavoro di via Farini per strappare la bandiera rossa esposta e sostituirla con il Tricolore. Il tentativo fallisce e dopo qualche tafferuglio gli assalitori si ritirano. Un nuovo assalto degli Arditi avviene nel febbraio 1919, sostenuto anche dagli studenti nazionalisti, questa volta è il Circolo socialista a essere preso di mira dove viene strappata la bandiera rossa. Tutto il 1919 è segnato da scontri fra Arditi, studenti nazionalisti e socialisti. Nell’inverno 1919-1920 tre studenti borghesi reggiani, Amos Maramotti, Milton Luigi Lari e Giovanni Dall’Orto, recatisi a Milano allo scopo, non ottengono da Arnaldo Mussolini l’autorizzazione a costituire il Fascio a Reggio. La risposta del capo fascista è deludente: considera quella degli studenti un'iniziativa entusiasta ma con scarse probabilità di successo in quella che era considerata, ancora, la roccaforte riformista.

Passa quasi un anno e l’11 novembre 1920 viene fondato ufficialmente il fascio, questa volta promosso e sostenuto dall’Agraria locale, raccogliendo Arditi, reduci e nazionalisti. L’occasione fondativa nasce come seguito immediato a una manifestazione per l’arrivo in città delle bandiere di due reggimenti stanziati a Reggio Emilia durante il Primo conflitto.

“Il Giornale di Reggio”, 12 novembre 1920. Emeroteca Istoreco 

A sottolineare il senso della data prescelta per l’inaugurazione è il Giornale di Reggio, che successivamente sarebbe diventato la voce ufficiale del fascismo reggiano: “poiché ieri notte le vie della città erano state imbrattate di scritte bolsceviche, contrarie specialmente a D’Annunzio, ai legionari di Fiume e ai Fasci di Combattimento Mussoliniani, la gioventù generosa di Reggio si è iscritta numerosa presso il Gruppo Nazionalista, al fascio di combattimento”.

“Il Giornale di Reggio”, 1° dicembre 1920. Emeroteca Istoreco 

Cavalleria fascista nei giorni della marcia su Roma – Piazza della Vittoria a Reggio Emilia. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi, Reggio Emilia, 1922

La nascita del Fascio reggiano, vero e organizzato, viene comunicata sul Giornale di Reggio il primo dicembre 1920. Il quotidiano riassume anche il manifesto programmatico della neonata sezione reggiana, basato sul motto “occhio per occhio, dente per dente”. Poco più di mese dopo, la notte del 31 dicembre, a Correggio dove il fascio - sotto l’influenza carpigiana - era nato già un mese prima di quello reggiano, avviene la prima azione criminale con l’uccisione dei socialisti Gasparini e Zaccarelli.

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