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Guastalla - Piazza Mazzini

La Bassa nel mirino delle squadre fasciste

Piazza Mazzini a Guastalla Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia, 2022 

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Nel 1894 Guastalla è il primo comune a guida socialista della provincia di Reggio Emilia dopo l’elezione del sindaco Adelmo Sichel, che diventerà poi consigliere provinciale e parlamentare. Dopo la fine della Prima guerra mondiale in diverse zone della Bassa reggiana avviene un vero e proprio risveglio socialista, sostenuto anche dalle imponenti lotte operaie e rurali di livello nazionale. Nel primo dopoguerra viene fondata a Guastalla la Camera del Lavoro, guidata da Nico Gasparini e Attilio Gombia, andando così a consolidare la politica socialista guastallese. 

Squadristi in partenza per la marcia su Roma, adunata in piazza Mazzini. Biblioteca Maldotti, Guastalla. Archivio fotografico Rufo Paralupi, 1922

Piazza Mazzini a Guastalla. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia, 2022 

Dal 1921 Guastalla diventa il comune capofila dell’attacco squadrista lanciato nella provincia di Reggio Emilia. Gli squadristi guastallesi, con l’aiuto dei fascisti carpigiani e finanziati dall’agraria della Bassa Reggiana, si distinsero violentemente in diverse spedizioni punitive e “operazioni di conquista” nei confronti di diversi comuni della provincia: da Sant’Ilario a Luzzara, da Fabbrico a Cadelbosco di Sopra sino ad arrivare al capoluogo. Un esempio, il 27 febbraio 1921 le squadre fasciste provenienti da varie zone partono dalla stazione ferroviaria di Guastalla e giungono a Sant’Ilario d’Enza per l’inaugurazione del gagliardetto fascista di quel comune. Ne segue l’assalto alla cooperativa di consumo e casa del popolo che viene incendiata. Le violenze fasciste aumentano in tutta la provincia e vedono in Guastalla l’epicentro della loro diffusione.

“All’Armi!”, 16 aprile 1921. Emeroteca Biblioteca Panizzi.

re degli gnocchi guastalla 1921

Militi fascisti accanto al Re degli Gnocchi. Biblioteca Maldotti, Guastalla. Archivio fotografico Rufo Paralupi, 1921 


Lentamente nella primavera 1921 gli attacchi squadristi dilagano in tutta la bassa reggiana e a Guastalla si concentrano sulla persecuzione dei militanti socialisti più noti: il 6 aprile tre fascisti di Rio Saliceto fanno irruzione nello studio dell’onorevole Sichel bastonandolo ad un braccio. Il 16 aprile 1921 viene fondato il settimanale dei Fasci di combattimento della provincia, intitolato “All’armi!”, che dal mese di settembre sarà trasferito a Reggio. Nella primavera, a Guastalla, vengono occupate le sedi socialiste e operaie sino alle dimissioni, il 18 aprile, del consiglio comunale guidato dal sindaco socialista Enrico Macca. I fascisti suonano a festa le campane della torre civica e si fanno consegnare da Nico Gasparini, segretario della Camera del Lavoro di Guastalla, le bandiere rosse per poi dargli fuoco sulla pubblica via.  In breve viene nominato commissario prefettizio il rag. Mario Cravosio. Tra i festeggiamenti per la conquista fascista del paese si ripristina la “sagra degli gnocchi”, sospesa dopo la fine della Prima guerra mondiale. Non cessano le violenze sulle persone, tramite la presenza di un presidio fisso squadrista armato, con espulsioni forzate dei più famosi militanti socialisti del paese e l’attivazione di diverse dinamiche persecutorie nei confronti di chi ancora non si piegava alla violenza fascista. 

Alle elezioni politiche del 15 maggio 1921 i socialisti guastallesi, in piena controtendenza rispetto alla direzione del PSI reggiano, si presentano alle elezioni e vincono. Il clima però è ormai insostenibile e nonostante la vittoria elettorale i socialisti non riescono a intaccare il potere fascista, rappresentato di fatto ormai dal Direttorio locale e dalle sue squadre d’azione. Queste ultime anzi, dopo le elezioni del 15 aprile, si scatenano dando la caccia ai militanti socialisti e sindacalisti e andando all’assalto di municipi vicini dando man forte ai fasci dei paesi limitrofi. Il 17, mentre alcune persone strappano dei volantini davanti alla cooperativa di consumo di San Rocco, interviene una squadra fascista che spara: ferito durante l'agguato, il ventenne e bracciante Paolo Mantovani muore due giorni dopo. 

Regia Prefettura di Reggio Emilia, conflitto tra fascisti e comunisti in frazione San Rocco di Guastalla. Archivio Istoreco, Fondo Giannino Degani, 23 settembre 1921 

Squadristi in partenza per la marcia su Roma: adunata in Piazza Mazzini a Guastalla e partenza con treno. Biblioteca Maldotti, Guastalla. Archivio fotografico Rufo Paralupi, 1922

Dopo l’estate 1922, il comitato fascista di Guastalla, nato in contrasto allo sciopero legalitario dell’agosto, assume tutti i poteri nella zona della bassa. Il 27 ottobre viene dato ordine di mobilitazione, sia verso Reggio sia verso Guastalla. Le squadre dirette a Guastalla si nascondono per non essere viste dalla popolazione: escono poi allo scoperto e occupano il paese con bandiere e un lungo corteo: è la “marcia su Guastalla” che celebra l’inizio del “regime fascista” su tutta la Bassa reggiana “conquistata”.

Le elezioni amministrative del 19 novembre 1922, le prime dopo il colpo di mano dei fascisti del 18 aprile dell’anno precedente, si svolgono tra brogli e violenze squadriste. Carlo Mariotti, simpatizzante del Partito Popolare Italiano e residente a Pieve di Guastalla, viene invitato dai fascisti a non presentarsi in cabina elettorale. Nonostante le minacce, Mariotti si presenta al seggio alle Scuole Tecniche di Guastalla e al suo arrivo viene percosso a bastonate. Muore il giorno dopo a causa delle botte ricevute. Viene aperta un’indagine coordinata da Emilio De Bono, quadriumviro della marcia su Roma, che solleva gli squadristi da ogni responsabilità. Il 1° maggio 1945 il consiglio comunale di Guastalla, a poghi giorni dalla Liberazione, pone sulla torre civica una lapide in ricordo delle vittime del fascismo, dedicando così anche a Carlo Mariotti e Paolo Mantovani la campana principale del paese.

Ministero dell’Interno, appunto pel Gabinetto di S.E. il Sottosegretario di Stato per l’Interno. Archivio Istoreco, Fondo Giannino Degani, 4 dicembre 1922 

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