Nella notte tra il 21 e il 22 aprile 1851, un incendio devasta il teatro di Cittadella, distruggendo gran parte dell’edificio progettato da Antonio Cugini nel 1740-1741 e ristrutturato da Pietro Marchelli nel 1839. I lavori di messa in sicurezza e ricostruzione iniziano immediatamente, e già nel 1852 il teatro, ribattezzato “Filodrammatico” ma soprannominato dai reggiani “teatro di cartone” per la sua evidente precarietà, riapre al pubblico con l’opera La regina di Leone di Angelo Villanis.
Per circa 25 anni, il Filodrammatico resta il principale luogo di spettacoli cittadini. Tuttavia, con l’inaugurazione del nuovo Teatro Municipale il 21 aprile 1857, il suo utilizzo cala drasticamente. Le condizioni strutturali, già fragili a causa della rapida ricostruzione, rimangono invariate fino al 1875, quando un gruppo di cittadini promuove un progetto di riqualificazione.
L’ingegnere Grimaldi propone la realizzazione di un nuovo teatro destinato principalmente alle rappresentazioni drammatiche, considerato che il Municipale, troppo grande e costoso, era ritenuto inadatto a questo scopo. Dopo vari rifiuti da parte del Comune, il progetto prende nuova vita grazie all’intervento di Ulderico Levi, che si unisce ai finanziatori e dà impulso decisivo alla costruzione del Politeama Ariosto, inaugurato l’11 maggio 1878 dalla compagnia di Filippo Bergonzoni con l’operetta Giroflè-Giroflà di Charles Lecocq.