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1960

Sala Verdi del Teatro Ludovico Ariosto

Luogo simbolo di riunioni e convegni nella storia della città 

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Una sala del teatro Ariosto, oggi non accessibile al pubblico, ha ospitato importanti convegni, manifestazioni e iniziative. Dallo sciopero del 7 luglio 1960 ai Living Theatre fino ai movimenti di collettivi femministi ecco una breve storia della Sala Verdi.

Platea alla Sala Verdi. Fototeca Biblioteca Panizzi, 1960-1969 

Ingresso alla Sala Verdi. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, 2020 

Il Teatro Ariosto visto dall'aereo. Fototeca Biblioteca Panizzi. Fondo Ivano Burani, 1975 

Chiusa al pubblico dalla fine degli anni '80 del secolo scorso, la Sala Verdi del Politeama Ariosto è presente in diverse cronache cittadine quale luogo di comizi, congressi politici e dibattiti nodali nel Novecento reggiano e non solo. Questo spazio, talvolta definito anche “Il piccolo teatro Ariosto”, faceva già parte del più antico teatro della Cittadella, sulle cui rovine venne costruito il Politeama nel 1878. 

La piazza poco prima dell'arrivo della Polizia. Fototeca Istoreco, foto Nido Bassi, 1960 

Di pianta rettangolare con una capienza di circa 600 persone, nei lavori di ripristino la Sala Verdi venne riprogettata per poter ospitare eventi molto differenti tra loro, non più legati unicamente ai partiti politici o alle associazioni culturali. Importanti divennero ad esempio i corsi di alfabetizzazione, resisi sempre più necessari dall'estensione del diritto di voto. Per questa sua multifunzionalità venne indicata quale luogo in cui ospitare la manifestazione del 7 luglio 1960, indetta in margine allo sciopero generale proclamato dalla Camera Confederale del lavoro di Reggio Emilia. Il comizio in Sala Verdi si sarebbe dovuto tenere alle ore 17, ma già diverse ore prima i manifestanti avevano iniziato a radunarsi nei pressi del teatro Ariosto, molte più persone di quante potesse ospitarne. Dal balcone del Teatro Ariosto, direttamente comunicante con la Sala Verdi, sono state scattate alcune delle fotografie più rappresentative della documentazione dei fatti del pomeriggio del 7 luglio. 

Platea della Sala Verdi. Fototeca Biblioteca Panizzi, 1950-1955 

Negli anni successivi la Sala Verdi continuerà a svolgere la sua duplice funzione, civica e teatrale. E' ricordata soprattutto per aver ospitato nel 1966 il collettivo americano del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina. 

La sala Verdi prima del nuovo intervento di restauro. Foto I Teatri, 2020  

Balzerà agli onori della cronaca il 22 aprile 1979, quando una trentina di donne – soprattutto militanti provenienti da vari collettivi femministi - la occuparono rivendicandola come la nuova Casa delle donne di Reggio Emilia. La Sala venne fatta sgomberare dopo solo quattro giorni, lasciando una profonda cicatrice nella storia associativa della città. 

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