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1914-1919

Industrie ausiliarie

L'economia di guerra e i reggiani

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Nel corso del conflitto le Officine Reggiane si ampliarono con 37.000 mq di nuovi capannoni e raggiunsero una produzione di 10.000 proiettili al giorno. Anche il Calzificio Reggiano lavorava per le forze armate impiegando centinaia di donne che entrarono così in massa per la prima volta nel sistema produttivo.
La guerra cambia per sempre il tessuto sociale, imponendo nuovi ritmi e nuove pratiche lavorative.
Cosa ne resta oggi?

setificio nazionale, cancello d'ingresso in viale regina elena
"la provincia", emeroteca biblioteca panizzi - reggio emilia 1927

viale regina elena
fototeca istoreco, foto andrea mainardi - reggio emilia 2018

falegnameria delle officine reggiane

falegnameria delle officine reggiane
fototeca biblioteca panizzi - reggio emilia 1928 ca.


La mobilitazione industriale necessaria per sostenere lo sforzo bellico richiese un impegno elevatissimo alle industrie nazionali. A Reggio Emilia furono due le fabbriche che lavorarono per le forze armate: le officine Reggiane e il Calzificio Reggiano.   

Una terza fabbrica reggiana, lo Spazzolificio Agazzani, lavorava per le forze armate, ma non riuscì ad ottenere la dichiarazione di ausiliarietà.

fabbricazione proiettili, officine meccaniche e officine gardenia
fototeca biblioteca panizzi, foto roberto sevardi - reggio emilia 1917

Le Reggiane ottennero, sin dall'estate 1915 e per tutta la guerra, ordinazioni per imponenti quantitativi di proiettili di artiglieria e nel 1918 tentarono anche la strada della produzione aeronautica. Nel corso del conflitto vennero costruiti 37.000 mq di nuovi capannoni per ospitare oltre mille macchine utensili, ottenendo una produzione massima di 10.000 proiettili al giorno.  

ingresso degli operai alle officine meccaniche reggiane
fototeca biblioteca panizzi, cartolina - reggio emilia 1920 ca.

I dipendenti passarono da 1200 a 6000 in meno di un anno, con 1200 operaie donne chiamate a sostituire gli uomini mandati al fronte.
Nel 1916 le Reggiane vennero dichiarate stabilimento ausiliario per la produzione bellica e poste sotto il diretto controllo delle autorità militari.

interno setificio nazionale
fototeca biblioteca panizzi, foto ars - reggio emilia 1930 ca.

Al Calzificio Reggiano, inaugurato nel 1910, vennero assegnate commesse per il corredo delle uniformi. Nel 1917 ottenne anch'esso la dichiarazione di ausiliarietà; in quel momento impiegava 461 dipendenti – di cui 10 uomini – e produceva fino a 12.000 paia di calze al giorno.

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TESTO CANZONE "LA LEGA (SEBBEN CHE SIAMO DONNE)"

Canto femminile delle prime leghe contadine 1900-1914 ca.

In entrambi gli stabilimenti le donne erano sottopagate rispetto agli uomini tanto che, nel tentativo di difendere i loro diritti di lavoratrici, le calzettaie si riunirono in una lega operaia sin dal 4 luglio 1915.

confezione calzature

calzaturificio pro servizio civile
fototeca biblioteca panizzi, roberto sevardi - reggio emilia 1918


La fine della guerra comportò il ritorno degli uomini dal fronte e la cessazione dei contratti militari. Molti operai vennero quindi licenziati. Le prime a perdere il posto furono spesso le donne che negli anni precedenti, e per la prima volta nella storia italiana, erano entrate massivamente nel mondo del lavoro.

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