Oltre a numerosi antifascisti e delinquenti comuni, si trovava qui detenuto Alcide Cervi, padre dei sette giustiziati dai fascisti e unico uomo adulto ancora in vita della famiglia. Grazie al bombardamento alleato Alcide riuscì a fuggire e ritrovare la via di casa come da lui stesso raccontato nel suo libro autobiografico “I miei sette figli” al capitolo “Queste mura cadranno”. Nel suo racconto vivido troviamo tutta la tensione di ciò che accadde in quella notte sui cieli di Reggio: del bombardamento, del rischio scampato e della possibilità della fuga per la libertà che gli si spalanca davanti dopo la caduta delle mura del carcere. Oltre ad Alcide Cervi, molti altri detenuti trovarono la via di fuga grazie alle bombe alleate e si diedero permanentemente alla latitanza.
Il Solco Fascista, via delle Carceri dopo i bombardamenti del 7 e 8 gennaio 1944. Fototeca Biblioteca Panizzi
Macerie dopo il bombardamento in piazza scapinelli angolo via delle carceri (denominazione attuale), Fototeca Istoreco