Logo AziendaleMore info

1915-1960

Piazza della Vittoria

Ecco il luogo della rappresentazione del potere

 Cavalleria fascista nei giorni della marcia su Roma – Piazza della Vittoria a Reggio Emilia Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi, Reggio Emilia, 1922 

Map

Questo è da sempre il luogo dell’autorappresentazione del potere. Nei giorni della cosiddetta Marcia su Roma le squadre delle camicie nere sfilarono in questa piazza che divenne, nei vent’anni successivi, spazio per le celebrazioni della ritualità fascista. Con la Liberazione ospita i primi spontanei festeggiamenti interrotti dal fuoco dei cecchini fascisti. Il 3 maggio 1945 accoglie la grande manifestazione conclusiva del conflitto e la consegna delle armi agli Alleati.

  Cavalleria fascista nei giorni della marcia su Roma – Piazza della Vittoria a Reggio Emilia. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi, Reggio Emilia, 1922  

PIAZZA DELLA VITTORIA. FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA 2018

VEDUTE DI PIAZZA DELLA VITTORIA DA VARIE ANGOLAZIONI
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, REGGIO EMILIA ANNI '20, '30 E '50

Oggi nota come Piazza della Vittoria, così intitolata dopo la prima guerra mondiale e l’erezione del monumento al milite ignoto, questo spazio era indicato come Piazza d’armi fino al 1848 accanto alla scomparsa cittadella fortificata che occupava l’area dei Giardini pubblici (del Popolo).

FOLLA IN PIAZZA DELLA VITTORIA DAVANTI AL TEATRO POLITEAMA ARIOSTO
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, FONDO IVANO BURANI, REGGIO EMILIA 1907

Nella piazza si svolgono da sempre manifestazioni a carattere militare e politico favorite dalla presenza del teatro Ariosto, già Politeama, spesso utilizzato per congressi e comizi, come nel caso del 25 febbraio 1915 quando, nel corso di una manifestazione socialista contro il comizio interventista di Cesare Battisti nel teatro, due militanti, Mario Baricchi e Fermo Angioletti, furono uccisi dal fuoco del Regio Esercito. 

PARATA CAMICIE NERE IN PIAZZA DELLA VITTORIA PER LA MARCIA SU ROMA
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, ROBERTO SEVARDI, REGGIO EMILIA OTTOBRE 1922

FOLLA IN PIAZZA DELLA VITTORIA PER L'ARRIVO DI ACHILLE STARACE,
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, FONDO RENZO VAIANI, REGGIO EMILIA 1934

MANIFESTAZIONE IN PIAZZA DELLA VITTORIA,
PROBABILMENTE INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO AI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE,
FOTO ROBERTO SEVARDI, FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, REGGIO EMILIA 1927

Nei giorni della cosiddetta Marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, le squadre delle camicie nere sfilarono nella Piazza d’armi che divenne, nei vent’anni successivi, luogo privilegiato di celebrazione della ritualità fascista che ha visto la prima venuta di Mussolini a Reggio il 30 ottobre 1926 e l’adunata in occasione della visita di Achille Starace allora segretario del PNF l'11 marzo 1934. 

La piazza è anche luogo di esibizione per le varie organizzazioni del regime nelle ricorrenze celebrative e mantiene questa sua funzione di raccolta ed esibizione anche nel corso della occupazione nazista tedesca e della RSI pur senza la presenza delle folle di pochi anni prima.

CINEARCHIVIO: “DALLA OCCUPAZIONE ALLA LIBERAZIONE DI REGGIO EMILIA 1945 – 2015"
DI A. FONTANESI E A. MAINARDI, REGGIO EMILIA 2015, DURATA 15,41

Guarda il video completo

Nei giorni della Liberazione le prime espressioni di giubilo sono interrotte dal fuoco dei cecchini fascisti che sparano sui civili dalla Torre della “Galleria Parmeggiani” e dai tetti della Caserma Zucchi 


SFILATA DELLE FORMAZIONI PARTIGIANE IN PIAZZA DELLA VITTORIA NEI GIORNI DELLA LIBERAZIONE
FOTOTECA ISTORECO, REGGIO EMILIA 25 APRILE 1945

SFILATA DEL CLN PROVINCIALE, DA SINISTRA GINO PRANDI, CAMILLO FERRARI, IVANO CURTI, ALDO MAGNANI, VITTORIO PELLIZZI
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, RENZO VAIANI, REGGIO EMILIA 1947,

Il 3 maggio 1945 la piazza accoglie la grande manifestazione conclusiva del conflitto e la consegna delle armi agli alleati anglo-americani nel corso della giornata della smobilitazione. 

Il portico adiacente la Galleria Parmeggiani divenne subito dopo il 24 aprile 1945 luogo popolare di ricordo dei caduti della guerra partigiana con la realizzazione di un memoriale spontaneo attraverso la deposizione di foto, fiori e dediche. 

DA SINISTRA: I GEMELLI ALCIDE E GIOVANNI, ORFANI DI GELINDO, DOPO LA BANDIERA ANPI, IRNES BIGI -VED. DI AGOSTINO- E SUA SORELLA MARIA. AL CENTRO VERINA ASTAGNETTI, VEDOVA DI ALDO, LA SOVRASTA IL VOLTO DI AVANDINO SALSI; SOPRA LA SUA SPALLA TRE PARTIGIANI E DIRIGENTI PCI: SCANIO FONTANESI, DIDIMO FERRARI E VIVALDO SALSI
ARCHIVIO ANPI REGGIO EMILIA, FOTO V. ARTIOLI, REGGIO EMILIA OTTOBRE 1945

FOLLA AI FUNERALI DEI SETTE FRATELLI CERVI. SU UNO DEI DUE CAMION IN PRIMO PIANO, QUATTRO DELLE SETTE BARE, AVVOLTE NEL TRICOLORE
ARCHIVIO ANPI REGGIO EMILIA, FOTO V. ARTIOLI, REGGIO EMILIA OTTOBRE 1945

La Piazza tornò a accogliere una manifestazione di massa il 28 ottobre 1945 quando da qui, dopo una commossa commemorazione, partì il corteo funebre che condusse le salme dei fratelli Cervi alla sepoltura a Campegine.

Di nuovo nell’ottobre 1950 una folla straripante si radunò davanti al teatro Ariosto per sostenere l’avvio dell’occupazione operaia delle Officine Reggiane che si sarebbe conclusa solo un anno dopo con la messa in liquidazione dell’azienda. 

7 LUGLIO 1960
FOTOTECA ISTORECO, REGGIO EMILIA 7 LUGLIO 1960

FUNERALI AFRO TONDELLI
FOTOTECA ISTORECO, REGGIO EMILIA LUGLIO 1960

Nella seconda metà degli anni Cinquanta l’assetto urbanistico della piazza (e degli annessi spazi di Piazza Cavour e di via San Rocco) subisce una forte trasformazione con l’abbattimento dei portici della Trinità e la loro sostituzione con il complesso edilizio dell’Isolato San Rocco. 

In questo nuovo scenario avviene la tragedia del 7 luglio 1960 quando, in seguito allo sciopero generale di protesta contro il Governo Tambroni, sostenuto dal Movimento Sociale Italiano, partito neo fascista, la polizia spara sui manifestanti inermi uccidendone cinque e ferendone decine. 

Oggi sui luoghi dell’eccidio sono state poste targhe in memoria di Emilio Reverberi, Afro Tondelli, Ovidio Franchi, Marino Serri e Lauro Farioli.

Loading